BONTEMPI
GIUSEPPE (PINO), tenore.
Chiamato affettuosamente da tutti "Pino",
Giuseppe Bontempi è
nato nella città della fisarmonica il 14
giugno del
1910.
Si diploma nel 1934 presso il Conservatorio
Musicale G. Verdi di
Milano.
Dopo il servizio militare, è uno dei vincitori del Concorso alla Scuola
di Perfezionamento presso il
Teatro Reale dell'Opera di Roma, classificandosi primo a pari merito con
un altro tenore. L'estate del
1936 è a Berlino per quattro settimane di concerti, poi a Milano,
Trieste, Roma.
Poi volerà negli Stati Uniti dove coronerà con successo la sua carriera
artistica. Sposato
con una americana, non avrà figli.
Nel 1937 a New York ha un contratto per 26
settimane alla radio
WOV. Quindi concerti tutti i sabati e le domeniche del periodo estivo
nel New Jersey. Debutta con l'opera
"La traviata", all'Accademia di Musica di
Brooklyn con artisti del Metropolitan
Opera Company, davanti a nove mila persone.
Nel '38/39 fa parte, come primo tenore,
nelle opere Traviata, Rigoletto,
Faust, Boheme, Amico Fritz, Madama Butterfiy con la "New
York Opera Comp." "Grand Opera Comp."
"San Carlo Opera Comp." e per tre stagioni consecutive con la "Canadian Opera Company" di
Toronto, non tralasciando di cantare nei programmi radiofonici nelle
tre più grandi stazioni radio d'America.
Nel 1939 è vincitore alle audizioni
pubbliche, trasmesse in tutto il
mondo dal "Metropolitan Opera Comp." con
l'opera "La figlia del
reggimento" di Donizetti, cantata in
francese. Nel 1940 è scelto dalla
Giuria del "Metropolitan Opera Comp." per
l'incisione di una serie di opere con il complesso totale di detto
teatro. Inoltre è chiamato per
cantare in due grandi concerti al Carnegie Hall
di New York, insieme con i più quotati
artisti dell'epoca.
Terminato il contratto nel 1944 con il
Metropolitan Opera comp. viene
scritturato alla radio fino all'ottobre del 49. Frattanto tiene un giro
di concerti per dieci settimane in tutte le
Università da New York alla California.
Incomincia quindi il 12 ottobre un
programma televisivo "The Bontempi'
Show" insieme alla moglie in uno dei più importanti canali televisivi
di America W.A.B.C. canale 7 di New York che durerà fino al dicembre
del 1967.
Nel 1970 ritorna in patria per godersi la
pensione
dopo una così brillante carriera artistica e si trasferisce a Recanati.
Pino
era una persona squisita
e di elevata cultura, non solo per
la sua profonda conoscenza della musica,
ma anche per i suoi studi e per aver frequentato ambienti e persone di una
certa levatura sociale ed umana.
Ha sempre avuto una visione ottimistica
e bella della vita. Dal Presidente
della Repubblica Italiana era
stato insignito della Stella della Solidarietà per aver organizzato
concerti per la raccolta di fondi a
favore
delle disastrate popolazioni del Vaiont.
All'età di
84 anni, il 7 febbraio del 1994 lascia definitivamente il teatro della
vita.
Personalmente lo ricordo caramente.
Nel gennaio del 1944 il fratello Mons. Alfredo, parroco della Collegiata
(che verrà poi eletto vescovo di Palmyra), viene a sapere che Pino
parteciperà ad un Concerto che verrà trasmesso per radio da una stazione
americana. Mio padre, Orazio, ha, in quei giorni di tragedia con la guerra
in casa, l'unico apparecchio radio funzionante in paese con delle batterie
di automobili e un'antenna nascosta sul tetto. Contattato con discrezione
dal sacerdote, visto che ascoltare trasmissioni al di fuori di quelle
dell'EIAR (come radio Londra che mio padre ascoltava regolarmente) era
severamente proibito, accetta di sintonizzarsi con la trasmittente
"nemica". Tra lume e scuro bussano alla porta di casa Monsignore con il
canonico Don Paolo Pigini seguiti alla spicciolata da due altri signori.
Si accomodano nell'ultima stanza, la cameretta dove era il mio letto e
mimetizzato l'impianto radio. Chiusa con il catorcio la porta, mio padre
accende la radio e dopo diversi tentativi eccoti la voce del nostro
tenore. Monsignore si asciuga gli occhi di pianto con un fazzoletto. Babbo
nervoso e preoccupato non vede l'ora che la trasmissione finisca. I
minuti passano, anzi non passano mai. Mia madre era stata messa di
piantone nel pianerottolo e mia sorella più grande era fuori in strada di
vedetta. Io solo ero vicino a babbo. Ricordo che ad uno acuto di Pino con
il pieno di musica, mio padre mi scansa bruscamente per buttarsi a volo
sulla manopola per abbassare il volume. Che paura, ma che emozione! A
proposito, da grande sono venuto a sapere che quei due signori non erano
altri che il vecchio e il nuovo segretario del fascio (il primo di
combattimento ed il secondo repubblichino). È proprio vero che la musica
unisce e addolcisce ogni cuore.
Dott. Renzo Bislani
Presidente onorario del Centro Studi Storici Fidardensi, Castel Fidardo